Parlare di piante

Parlare di piante

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Si parla troppo poco di piante e quando se ne parla lo si fa spesso in modo scorretto o approssimativo, magari sfoggiando un’estrema sicurezza. Se puoi parlarne con vera competenza, fallo. Sarai utile. Cerca di appassionare le persone.

Per prima cosa i tuoi interlocutori devono sapere che le piante sono un mondo vastissimo pieno di meraviglie e di tanti segreti ancora da scoprire. Ti sarà invece capitato di avere a che fare con persone che più dovrebbero ascoltare e più pensano di sapere già tutto. Sii paziente, molto, e cerca di essere avvincente.

Specialmente parlando di una specie insolita, illustra le sue caratteristiche e porta i tuoi ascoltatori o lettori a vederla come un fenomeno evolutivo, da conoscere e da conservare, non come un soprammobile. Fai in modo che si pongano delle domande, poi soddisfa la loro curiosità con delle risposte meraviglianti.

Ti consiglio di organizzare mostre, conferenze ed altri eventi che possano essere didattici e stimolanti, pubblicizzali, fai in modo che qualche visitatore sia indotto ad approfondire scegliendo il proprio specifico settore. Non fare il solito “mercatino dei fiori” di paese. Vai ben oltre. Insegna e fai capire che c’è molto da scoprire.

In questo prova a coinvolgere dei botanici, anche se so che sarà difficile. Lo sarà per due motivi:

  1. Spesso i botanici in Italia non sono anche dei “plantsmen”, cioè degli appassionati conoscitori e coltivatori di piante, che si sono messi a studiarle.
  2. Si sentono lontani ed incompresi dal pubblico, che quasi evitano, considerandolo “non conquistabile”.

Così i botanici ed i “plantsmen” non si sovrappongono e stanno distanti rendendo scarsi divulgatori i primi e poco scientifici i secondi. Per questo devi operare per far interagire queste due figure o addirittura a farle coincidere, come spesso succede in altre nazioni. Basti pensare che in italiano non esiste una traduzione di “plantsman”, a meno che non si voglia tradurlo in “piantaio”, “piantiere” o “piantista” e tanto meno di “plantsmanship” (la capacità di conoscere le piante e di saper gestire e mantenere delle collezioni botaniche). Anche le parole “horticulture” ed “horticulturist” tradotte in italiano in “orticoltura” ed “orticoltore” fanno più pensare al significato attuale della parola “orto” (di verdure) che al fatto che derivano dal latino “hortus”, cioè luogo in cui le piante (di qualsiasi tipo) vengono mantenute in coltivazione (vedi “orto botanico”). Io mi batto per diffondere questo secondo e più ampio significato.

Quindi cerca di generare interesse, soprattutto nei giovani, e di far entrare le piante e il “saper di piante” nella cultura di tutti e di tutti i giorni. Spettacolarizza la botanica, dai risalto a chi può farlo o fallo tu stesso. Portarla agli occhi di tutti non significa banalizzarla o farle perdere correttezza scientifica (a questo bisogna però porre particolare attenzione), significa solo darle una maggiore utilità ed un maggior potenziale.

Pensa, ad esempio, che i documentari sulle piante sono rarissimi, ma potrebbero essere spettacolari e generare nuovi appassionati e nuovi botanici, con conseguente migliore gestione e conservazione delle piante e del nostro pianeta, aiutando anche il pubblico ad essere conscio di ciò che esiste in natura.

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