Il genere Clivia è composto da cinque specie, tutte spontanee dell'Africa meridionale. Una soltanto, la più comune in coltivazione, Clivia miniata, ha i fiori campanulati disposti in infiorescenze semisferiche. Tutte le altre hanno fiori tubulari e penduli.
Di Clivia miniata sono state selezionate diverse cultivars con fiori dalle caratteristiche particolari. Oltre ai colori arancione (Clivia miniata var. miniata) e giallo (Clivia miniata var. citrina), presenti normalmente anche in natura, si hanno individui dai fiori rossi, rosa, bianchi, verdi, brunastri; dai tepali più o meno ampli, più o meno campanulati, più o meno numerosi, ecc.
La prima clivia a raggiungere l'Europa non fu però Clivia miniata, ma la ora più rara Clivia nobilis. Quest'ultima è caratterizzata da foglie ottuse ed a margini seghettati e quasi taglienti verso l'apice. L'ibrido tra Clivia nobilis e Clivia miniata ha caratteristiche intermedie ed è stato chiamato Clivia x cyrtanthiflora. Anch'esso ripresenta parte della variabilità dei colori di Clivia miniata.
Clivia caulescens è facilmente riconoscibile perché gli individui vecchi hanno il fusto eretto, con foglie solo all'apice, alto fino ad oltre 1 m. In alcune località vive insieme a Clivia miniata e con essa dà origine all'ibrido Clivia x nimbicola.
Clivia gardenii è abbastanza simile a Clivia caulescens, ma i suoi fiori sono tipicamenti più curvi e non sviluppa un fusto distintamente allungato ed aereo. In Clivia gardenii è ora compresa Clivia robusta, caratterizzata solo per le grandi dimensioni dei suoi individui e quindi non più riconosciuta come specie distinta. Anche evidenze molecolari confermano che le piante che formavano la specie Clivia robusta siano solo individui giganti di Clivia gardenii. Esiste anche Clivia gardenii var. citrina, a fiori gialli, ma che in coltivazione virano leggermente all'arancio chiaro.
Nel 2001 destò grande sorpresa la scoperta di una nuova specie del genere Clivia, perdipù dove nessuno se lo sarebbe mai aspettato: vicino a Nieuwoudtville, sul lato occidentale del Sud Africa, in pieno clima mediterraneo arido. Tutte le altre specie crescono infatti verso la costa orientale, in zone dalle piogge estive, con solo una stazione di Clivia miniata presente in ambienti centromeridionali costieri con piogge in ogni stagione.
Clivia mirabilis, l'ultima scoperta, è simile a Clivia nobilis ma ha tipicamente i peduncoli dello stesso colore dei fiori, radici di maggiore diametro e foglie non seghettate con una linea mediana biancastra più o meno evidente ma sempre presente (in Clivia nobilis la linea mediana può anche mancare). Inoltre Clivia mirabilis è l'unica capace di sopravvivere ad estati asciutte ed inverni umidi, anche se i recenti cambiamenti climatici portano l'aridità ad essere eccessiva durante alcune annate con conseguente difficoltà a produrre semi.
Tutte le specie preferiscono crescere in boschi o in luoghi ombrosi.
L'impollinazione è operata da lepidotteri (farfalle e falene) negli ampli fiori di Clivia miniata, mentre in tutte le altre specie, a fiori tubulari, sono le nettarine a provvedere alla fecondazione con il loro becco mentre si nutrono di nettare.
In coltivazione è meglio ricorrere all'impollinazione manuale per ottenere semi, anche se talvolta i frutti vengono prodotti anche senza l'intervento umano.
Si coltivano in terreno ben drenato, in posizione semiombreggiata o, meglio, di luce filtrata, evitando il sole diretto almeno nelle ore più luminose. Lasciar asciugare tra una bagnatura e l'altra, anche se Clivia gardenii può gradire umidità costante durante l'estate.
Rispettare il loro ciclo vitale: più umido in estate e più asciutto in inverno per tutte le specie tranne che per Clivia mirabilis i cui rarissimi e fortunati coltivatori dovranno dare condizioni di siccità durante l'estate e di umidità durante l'inverno.
Come spesso succede con le Amaryllidaceae le piante del genere Clivia amano restare indisturbate per anni, anche quando i loro vasi iniziano ad essere un po' stretti. Quindi rinvasare raramente per avere piante in forma, grandi fioriture e buona produzione di semi.
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