Le piante carnivore

Le piante carnivore

Immagine articolo Le piante carnivore

Cominciamo con il capire perché le piante carnivore sono diventate specializzate nel nutrirsi di insetti e di altri piccoli animali: vivono su substrati poverissimi che non contengono nutrimenti sufficienti. Questi substrati sono spesso costituiti da torba, sfagno, acqua, sabbia e/o rocce.

Si sono evolute a partire dalle cosiddette piante protocarnivore: specie che, per qualche motivo, trattenevano sulle loro foglie alcuni piccoli animali. Poteva accadere perché le foglie erano leggermente viscose o perché le spine trattenevano topi e lucertole. Qualcosa di simile a quanto accade ancor oggi con le foglie di Nicotiana e Martinia e con le spine uncinate di Puya mirabilis e di alcune specie del genere Mammillaria. Le prede, durante la loro decomposizione, vanno a fertilizzare il terreno sotto le piante oppure rilasciano nutrimenti che vengono assimilati dalle foglie.

Le piante che avevano foglie dalla morfologia leggermente diversa e più utili a questo scopo si sono trovate avvantaggiate ed in alcuni habitat si sono evolute in foglie tubolari o vischiose o addirittura capaci di chiudersi a scatto.

L’evoluzione non si ferma mai e forse un giorno anche quelle che oggi sono le attuali protocarnivore diventeranno delle vere carnivore che utilizzeranno chissà quale strana strategia di cattura. Questo potrà forse avvenire solo se non distruggeremo prima questo pianeta.

Vediamo ora quali sono i principali generi di piante carnivore.

Heliamphora (Sarraceniaceae): piante con foglie tubulari in cui resta un po’ di acqua ed in cui annegano insetti che vengono poi assorbiti. Si vede bene come queste foglie abbiano semplicemente i loro margini saldati assieme. I fiori sono a 4-5 petali appuntiti, bianchi o rosa ed hanno un diametro di circa6 cm. Crescono sui tepui, i famosi altopiani rocciosi dalle pareti a strapiombo delle foreste pluviali sudamericane, come il Monte Roraima.

Sarracenia (Sarraceniaceae): sono il passo successivo. Qui le foglie sono a forma di lungo imbuto con delle finestre più chiare che lasciano passare la luce e che rappresentano una falsa via di fuga per gli insetti. Al loro apice si trova un opercolo che impedisce che le foglie si riempano d’acqua (tranne che in S. purpurea in cui l’opercolo è verticale). I fiori, a cinque petali e rivolti verso il basso, sono sorretti da peduncoli di 30-50 cm, hanno un diametro di circa 6 cm e posseggono uno stigma molto grande che occupa quasi tutta la superfici fiorale. Lo stigma è recettivo sul suo lato posteriore. Il colore del fiore va dal giallastro al rossastro. Si trovano nelle torbiere del Nord America.

Darlingtonia (Sarraceniaceae): genere monotipico rappresentato esclusivamente da Darlingtonia californica. Simile a Sarracenia ma con gli ascidii dotati di apertura rivolta verso il basso e terminanti con due appendici rivolte anch’esse verso il basso. Anche il fiore è simile, ma il suo stigma non è enorme. I petali restano inizialmente chiusi ed appressati al grande ovario; sono rivolti verso il basso e tra uno e l’altro si apre un buco (ogni petalo ha mezzo buco su entrambi i lati) per lasciar passare gli impollinatori che raggiungono il polline sulle antere. In seguito si aprono normalmente per gli impollinatori che raggiungono lo stigma. Meccanismi simili esistono per favorire l’impollinazione incrociata ed evitare l’autoimpollinazione.

Drosera (Droseraceae): un genere quasi cosmopolita e con numerose specie le cui foglie sono coperte da grandi peli ghiandolari la cui ghiandola apicale secerne un liquido vischioso. Qui restano appiccicati piccoli insetti che poi vengono assorbiti dalle foglie. Interessante notare come i peli vicini si pieghino anch’essi verso la preda e come la foglia possa talvolta quasi avvolgerla. I fiori sono regolari, a cinque petali, bianchi, rosa, o arancioni ed hanno un diametro di circa 1-3,5 cm, portati numerosi in infiorescenze.

Dionaea (Droseraceae): la più famosa delle piante carnivore. Il genere è monotipico ed annovera solo Dionaea muscipula. Le foglie hanno un’appendice le cui due metà si chiudono a scatto sopra gli insetti che abbiano toccato per tre volte i peli sensibili che si trovano al centro. I margini sono “a rastrello” e impediscono la fuga della preda. La pagina superiore della “trappola” è rossa ed attrae gli insetti. I fiori sono di forma regolare, bianchi, di circa 3 cm di diametro, prodotti in piccoli gruppi apicali su scapi di circa 20-30 cm.

Nepenthes (Nepenthaceae): sono specie dioiche (ogni individuo produce solo fiori maschili o solo fiori femminili) del Sud-Est Asiatico e le foglie presentano una grande appendice “a sacco” coperta da un opercolo. Qui piccoli animali vengono digeriti dai liquidi ricchi di enzimi. Sono molto finemente specializzate ed evolute. Ogni specie ha vari particolari morfologici che la aiutano a trattenere le prede. In questo genere esistono anche diverse simbiosi con alcuni animali che lasciano i loro escrementi negli ascidii senza essere catturati. Il genere Nepenthes ha moltissime specie e molte devono probabilmente ancora essere scoperte. Alcune sono molto localizzate e di queste qualcuna si sarà sicuramente estinta nella continua deforestazione dell’Indonesia. I fiori appaiono in lunghe infiorescenze a spiga, hanno un diametro di pochi millimetri, una forma regolare a quattro petali e colori non sgargianti. Una bellissima collezione si trova nelle serre del MUSE di Trento (Museo delle Scienze), curata dal mio amico Andrea L. Bianchi.

Pinguicula (Lentibulariaceae): piante con rosette di foglie dal diametro di 5-10 cm. Le foglie sono appiccicose e catturano piccolissimi insetti. I fiori sono solitamente blu o rosa e vistosi, zigomorfi, dotati di sperone. Crescono soprattutto in Sud America, ma anche in Nord America, Europa e Siberia. Gli habitat preferiti sono torbiere e rocce stillicidiose sempre umide.

Cephalotus (Cephalotaceae): questo genere ha solo una specie: Cephalotus follicularis. Si tratta di una piccola pianta con ascidii a sacco coperti da un opercolo parapioggia, molto simili a quelli del genere Nepenthes. Gli insetti restano negli ascidii e vengono digeriti dai liquidi ricchi di enzimi. Questa specie vive in Australia del Sud-Ovest su sabbie umide. I fiori sono raggruppati in piccole infiorescenze, hanno sei petali biancastri, regolari ed un diametro di pochi millimetri.

Utricularia (Lentibulariaceae): circa 220 specie diffuse in tutto il mondo tranne in Antartide. Sono piante acquatiche galleggianti oppure immerse in terreni fangosi. Non hanno organi differenziati in radici, fusti e foglie (alcune specie hanno però anche vere foglie) ma presentano delle strutture molto ramificate, verde-giallastro chiaro, dotate di utricoli. Questi sono organi molto specializzati, a forma di sacco, costantemente in pressione più bassa di quella dell’ambiente circostante, dotati di peli ramificati sensibili che li fanno aprire a scatto facendo loro risucchiare l’acqua davanti ad essi insieme alle sue piccole prede per poi richiudersi in soli 10-15 millisecondi. I fiori sono zigomorfi, bianchi, gialli, rosa od azzurri, grandi pochi centimetri, portati sovente in infiorescenze. Gli utricoli variano da 0,2 mm a 1,2 cm a seconda delle specie e catturano piccoli animali acquatici come dafnie, larve di zanzara, piccoli girini, ecc. Le specie terrestri catturano invece i microorganismi che vivono nel fango, come rotiferi e protozoi. Alcune specie sudamericane vivono su rami e su muschi umidissimi ed alcune anche nelle rosette delle bromeliacee riempite d’acqua.

Aldrovanda (Droseraceae): Un genere monotipico che comprende la sola specie Aldrovanda vesiculosa, ma che in passato era ben più ricco di specie. La pianta è senza radici, acquatica e liberamente flottante. I suoi fusti sono lunghi circa una quindicina di centimetri ed hanno dei verticilli formati da 6-8 foglie per metà quasi lineari e per metà formate da lacinie filiformi e da una trappola simile a quella di Dionaea muscipula. Questa scatta velocissima su dafnie, larve di zanzara e altri piccoli animali alla propria portata. Il fiore è regolare, a coppa, a cinque petali, bianco-verdastro e dal diametro di 1 cm scarso. La specie vive in circa cinquanta popolazioni suddivise in Europa, Asia, Africa ed Australia. La variabilità genetica è molto bassa a causa della sua capacità di propagarsi soprattutto per via vegetativa (raramente e solo in clima tropicale si riproduce da seme). In inverno nei climi temperati si riduce a dei turioni che riprendono a svilupparsi in primavera.

Genlisea (Lentibulariaceae): Piccole piante erbacee di terreni molto umidi, prive di radici. Hanno foglie normali a rosetta, solitamente obovate, e foglie sotterranee, bianche, estramamente modificate e a forma di forcella. I due rami terminali della forcella sono tubolari, spiralati e dotati di aperture laterali in cui entrano piccole prede che vivono nel terreno. A causa di peli interni rivolti in una sola direzione queste prede possono proseguire solo verso una vescicola presente alla base della forcella in cui vengono digerite. I fiori sono zigomorfi, pentalobati, grandi circa 1 cm, gialli, malva e/o bianchi.

Brocchinia (Bromeliaceae): un genere di bromeliacee con diverse specie ma di cui solo due sono carnivore: Brocchinia reducta e Brocchinia hechtioides. Come molte altre specie della famiglia hanno una raccolta d’acqua al centro della rosetta, ma in queste due specie le foglie sono verticali e strette l’una contro l’altra a formare un tubo in cui vengono attratte vespe e formiche per mezzo di odori dolci. L’acqua all’interno è resa molto acida (pH 3) e ricca di un enzima digestivo (fosfatase) per l’assimilazione delle prede. Vive nella regione dei tepui, come Heliamphora, nel nord del Sud America.

Drosophyllum (Drosophyllaceae): genere monotipico con la sola specie Drosophyllum lusitanicum. Si tratta di una specie erbosa, alta circa 20 cm. Ha foglie filiformi, con ghiandole viscose che catturano e digeriscono gli insetti attratti dall’odore dolce della pianta. I fiori appaiono in infiorescenze ramificate, sono regolari, gialli, vistosi e di circa 4 cm di diametro. La specie è diffusa in Marocco, Portogallo e Spagna ed è una delle poche carnivore che vivono in un ambiente arido.

Ci sarebbe molto altro da approfondire per ogni genere, magari ve ne parlerò a voce in un corso di orticoltura botanica che sto lentamente ed accuratamente preparando, ma questo è un inizio per conoscere le piante carnivore e per capire il loro funzionamento.

Vi lascio dei link interessanti: Genlisea che preda un anellideAldrovanda contro larve di zanzaraIl MUSE.

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Alcune foto sono concesse in licenza secondo questi links:

https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Sarracenia_leucophylla_at_the_Brooklyn_Botanic_Garden_(81396)b.jpg

https://it.wikipedia.org/wiki/File:Darlingtonia_californica_ne2.JPG

https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Drosera-rotundifolia.jpg

https://it.wikipedia.org/wiki/File:MP_-_Dionaea_muscipula_1.jpg

https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Pinguicula_moranensis.jpg

https://commons.wikimedia.org/wiki/File:AldrovandaVesiculosaHabit.jpg

https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Genlisea_subglabra_Darwiniana.jpg

https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Brocchinia_reducta_(Roraima_tepui).jpg

https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Drosophyllum_lusitanicum_a.JPG

 

Foto galleria articolo numero 1

Aldrovanda vesiculosa

Foto galleria articolo numero 2

Brocchinia reducta, sul M. Roraima.

Foto galleria articolo numero 3

Cephalotus follicularis

Foto galleria articolo numero 4

Darlingtonia californica

Foto galleria articolo numero 5

Drosera rotundifolia

Foto galleria articolo numero 6

Drosophyllum lusitanicum

Foto galleria articolo numero 7

Genlisea subglabra

Foto galleria articolo numero 8

Heliamphora chimantensis

Foto galleria articolo numero 9

Dionaea muscipula

Foto galleria articolo numero 10

Nepenthes villosa

Foto galleria articolo numero 11

Pinguicula moranensis

Foto galleria articolo numero 12

Sarracenia leucophylla

Foto galleria articolo numero 13

Utricularia vulgaris

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