Rappresentano un gruppo di piante succulente molto interessante, "alternativo" alle ben più "famose" Cactaceae. Sono una tribù delle Apocynaceae e annoverano diversi generi come: Stapelia, Tromotriche, Piaranthus, Caralluma, Orbea, Stapelianthus, Orbeopsis, Echidnopsis, Hoodia, Frerea, Huernia, Pseudolithos, Whitesloanea, Lavrania, Quaqua, Angolluma, Desmidorchis, Duvalia, Stapeliopsis, Pachycymbium, Sanguilluma, Edithcolea, ...
La loro caratteristica è quella di avere fusti succulenti, pollinii (speciali sacchetti di polline) e non polline libero, fiori anch'essi leggermente succulenti, foglie ridottissime (tranne che in Frerea) e l'impollinazione operata generalmente da ditteri (mosche, moscerini e simili).
I fiori sono generalmente stellati, a cinque lobi e le loro dimensioni vanno da meno di 1 cm di diametro per alcune specie del genere Echidnopsis ai 36 cm di quelli di Stapelia gigantea.
I fiori emanano odori non proprio piacevoli, tipo sterco o carogna, ma non sempre sono percettibili dal naso umano se non da brevissima distanza. Anche questa caratteristica rappresenta però una curiosità interessante che nel mondo dell'impollinazione è ripercorsa dalle Araceae, che pur se completamente distinte in tassonomia riprendono anche più o meno le solite colorazioni che vanno dal giallo al bianco, dal rosso al porpora e fino al bruno-nerastro.
Gli insoliti fiori sono seguiti da frutti che riprendono la colorazione dei fusti, spesso verdi con maculature rossastre, e che sono quelli tipici delle Apocynaceae. Ogni frutto è costituito da due follicoli disposti a "V" che, dopo un lento sviluppo che può anche superare il periodo di un anno, a maturazione si aprono longitudinalmente e rilasciano numerosi semi piatti, obovati, lunghi circa 5-10 mm e dotati di pappi che li rendono disperdibili per opera del vento.
Il loro areale naturale spazia dall'Europa meridionale estrema alla Penisola Arabica, all'India e a tutta l'Africa esclusa la zona sahariana e quella centro-occidentale. Le zone con maggiore biodiversità però sono due: L'Africa meridionale e l'Africa centro-orientale. Solo Caralluma europaea raggiunge l'Europa, essendo presente, oltre che in Nord Africa e in Medio Oriente, anche in Spagna meridionale e a Lampedusa. Caralluma europaea è l'unica specie a fusto succulento della flora italiana.
Generalmente quelle provenienti dalle zone più meridionali e più settentrionali dell'Africa sono le più facili da mantenere nei nostri climi. Le altre, più tropicali od equatoriali hanno bisogno di caldo perenne e perdonano molto meno gli errori di coltivazione. Come sempre, però, ti ricordo che vale la solita regola per riuscire a mantenerle in salute: fai riferimento alle condizioni ambientali che ogni specie ha in habitat e cerca di riproporle, anche artificialmente, alle specie della tua collezione di Stapeliae. Tieni presente anche che spesso queste piante non crescono in pieno sole, ma all'ombra di arbusti o di rocce.
Se alle tue collezioni di piante deciderai, se già non lo avessi fatto, di aggiungerne una di Stapeliae noterai presto quante numerose ed interessanti siano le specie. Alcune facili da trovare, alcune molto difficili. Inoltre di consiglio di procurarti dei testi seri su cui confrontare le piante in tuo possesso in modo da confermare o meno la loro identità. In vendita si trovano spesso piante (o semi) male etichettate che sono ibridi di ciò che dovrebbero essere o specie completamente diverse. I collezionisti più seri preferiscono, come sempre, piante che abbiano dati di località e/o un fieldnumber, cioè una sigla seguita da un numero che serve a riconoscere da chi e dove è stato raccolto il materiale originario per l'introduzione in coltivazione. La sigla indica il botanico che ha raccolto il materiale (spesso sono le iniziali) e il numero riporta al luogo della raccolta consultabile su una lista dal botanico stesso redatta e mantenuta aggiornata.
In coltivazione hanno bisogno di un terriccio ottimamente drenato e costituito approssimativamente dal seguente mix:
A seconda delle specie e del loro ambiente naturale si potrà togliere terriccio ed aumentare la sabbia per dare una maggiore aridità o il contrario per dare un substrato più umido ed umifero.
Col tempo imparerai poi a miscelare gli ingredienti che meglio si abbineranno al tuo regime di annaffiature. Ogni orticoltore usa materiali e proporzioni leggermente diversi ed annaffia più o meno frequentemente.
Come linea guida ricorda però che in inverno devono restare completamente all'asciutto e che in estate devono essere annaffiate solo dopo che il substrato di coltivazione è rimasto completamente asciutto per almeno una settimana. Annaffia abbondantemente (l'acqua deve arrivare fino in fondo ai contenitori) ma raramente e solo nella stagione calda. Inizia gradualmente in primavera e termina a fine estate. In vivaio annaffiamo un'ultima volta a inizio settembre e l'acqua di questa ultima annaffiatura (in serra leggermente ombreggiata) svanirà gradualmente durante l'autunno e le piante si presenteranno all'inverno belle asciutte e senza rischi di marciumi.
Come concimazione ti consiglio un concime NPK 1-3-5 o multipli in proporzione + microelementi. Il tutto da somministrare durante la stagione di crescita a circa la metà della dose consigliata dal produttore.
Ti lascio ora a goderti alcune foto di queste meravigliose piante e delle loro fioriture. Tieni presente che le specie sono oltre trecento, e ogni tanto se ne scopre una nuova; quindi molte di più di ciò che rappresentano queste foto.
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